sabato 5 aprile 2014

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene


"Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati."
La citazione sopra riporata è tratta dalla presentazione di Terry Pratchett, e probabilmente non servirebbero altre parole per descrivere "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene", un libro che ho trovato fantastico ed estremamente divertente, tanto che l'ho letto d'un fiato rinunciando al sonno del weekend. 

 
Il libro narra le vicende di Edward e della sua orda/famiglia di ominidi, in Africa, durante il Pleistocene. Edward è un brillante inventore, progressista e visionario, un idealista intento ad accelerare l'evoluzione dell'uomo.

Tra le scoperte più importanti con le quali i personaggi si trovano ad interagire troviamo il fuoco, l'alimentazione onnivora, la cottura del cibo, il matrimonio esogamico e l'arco. Edward è estremamente eccitato per queste scoperte e per le conseguenze che possono portare, ma incontra spesso il dissenso dei suoi simili.

Le conversazioni con lo zio Vania sono esilaranti. Zio Vania infatti è un accanito conservatore, convinto che essere scesi dagli alberi sia stato un grave errore e che l'uso del fuoco sia "contro natura". I discorsi tra Edward e lo zio Vania rappresentano un geniale riferimento all'eterna diatriba tra progessisti e conservatori. E' significativo come Zio Vania si lamenti delle nuove scoperte mentre si abbuffa di carne cotta alla brace:
"Mai nessun animale è stato concepito per rubare il fuoco dalla cima dei monti. Hai trasgredito le eterne leggi della natura. Adesso assaggerei un po' di quell'antilope, Oswald"
Per concludere, non posso fare altro che suggerirvi la lettura di questo libro. Sa far ridere e riflettere come pochi altri libri, non ve ne pentirete.

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